Che tipologia di stampa predilige?

Da subito sono stato attratto dalle stampe su carta Fine Art, per quanto riguarda la fotografia digitale.

Probabilmente perché questa tipologia di supporto riesce a esaltare la gamma cromatica e la natura stessa dei soggetti, dato che amo immortalare opere d’arte nei miei scatti.

Su carta Fine Art ho stampato il mio libro a tiratura limitata dedicato al Tiepolo; Il libro è nato in concomitanza con la mostra “30 volti” che inaugurerà il 25 febbraio 2023 a Verolanuova e sarà la più grande mostra fotografica mai dedicata al grande pittore veneto.

 

Esistono delle tecniche, delle lavorazioni di stampa particolari che l’hanno colpita?

Collaborando con NewLab da tanto tempo, ho potuto scoprire la stampa ChromaLuxe, la mia preferita quando si tratta di soggetti tridimensionali dal forte impatto visivo e dai netti contrasti tra luci ed ombre.

Ne è un esempio la serie di scatti delle armature Martinengo, fotografate nel 2007 assieme a mio figlio Andrea presso la galleria Beaumont di Torino, ora esposti nella mostra “Milizie territoriali, armaioli e bravi” che si terrà fino a maggio presso il Castello di Padernello.

Sempre al Castello di Padernello, nel 2013, sono state esposte delle stampe retroilluminate su Plexiglas in scala 1:1 che riproducono due grandi tele (5,5x10m) del Tiepolo, per la precisione le opere “Raccolta della manna” e “Sacrificio di Melchisedec”. La scelta della retroilluminazione ha permesso di valorizzare i colori delle opere del Tiepolo, svelandone quegli aspetti che in condizioni di scarsa illuminazione, come nel caso di un castello o di una chiesa, non è possibile cogliere.

 

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Ho cominciato tardi a fare questo mestiere, avevo 30 anni.

Con il maestro Moretti di Pontevico mi sono avvicinato alla fotografia di matrimonio e con Rossi di Manerbio al genere del ritratto fotografico. Negli anni mi sono reso conto però che riprodurre opere d’arte era la mia più grande soddisfazione.

Posso quindi annoverare tra i miei maestri anche un pittore, quello che più aveva uno sguardo fotografico e da cui sono stato più influenzato nel concepire l’avvicendarsi nervoso di luci ed ombre: il maestro Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

 

Lei è un fotografo dalla grande esperienza. Ha vissuto e masticato pellicole e rullini, passando poi alla fotografia digitale, macinando pixel dopo pixel.

Le pongo una domanda che certamente non farei ad un fotografo alle prime armi o che non possa vantare il suo stesso ragionato vissuto fotografico.

Dopo tanti scatti, luci addomesticate e imprevisti del mestiere superati, qual è, dal suo punto di vista, la fotografia di cui essere soddisfatti?

La fotografia è lotta e rivelazione.

Partiamo da quest’ultimo concetto.

Per le opere bidimensionali, come ad esempio la riproduzione delle opere di Gian Battista Tiepolo, la sorpresa si moltiplica, perché non si tratta solo di fotografare in modo diverso qualcosa di già noto e facilmente osservabile nel suo insieme, ma di rivelare a chi guarda una quantità di particolari che la grandezza dei due teleri (di S.Lorenzo,Verolanuova, NDR) impedisce normalmente di vedere.

I particolari di visi e corpi espongono la loro qualità tecnica, moltiplicano la presa emotiva e vivono di luce propria, quasi come tele a sé stanti.

Quando fotografo la Scultura allora è diverso, la fotografia diventa una lotta con la tridimensionalità.

L’interpretazione delle forme è una sfida in cui l’unica arma di cui dispongo per “conquistare” l’opera è la luce.

Quando mi accorgo che nello scatto viene restituito ciò che ho provato nel guardare la scultura, quando l’immagine viene “vestita” perfettamente dalla luce, allora posso dirmi pienamente soddisfatto.

 

Progetti futuri?

Non ho altro in vista dopo il progetto “30 volti” di Verolanuova. Magari lascerò fare all’improvvisazione o magari cercherò di sfidare nuovamente il Ponte San Vigilio di Giuliano Mauri, la grandiosa opera di land art  realizzata vicino al Castello di Padernello.

Ho già provato a fotografare quest’opera ed è il mio cruccio: non l’ho conquistata, ancora.

 

Biografia

Virginio Gilberti

Fotografo

@virginiogilberti

info@gilbertifoto.it

Virginio Gilberti

“Sono una vocazione adulta, ho cominciato tardi a fare questo mestiere dopo un’esperienza di soddisfazioni in una nota officina del luogo; avevo 30 anni.

Nel 1982 ho comperato il mio primo banco ottico e ho deciso che sulle grandi tele del Tiepolo di Verolanuova, così ardue da illuminare e fotografare, avrei sperimentato le mie capacità e sarei diventato un vero fotografo.

Ho così passato notti intere, ho consumato centinaia di lastre fotografiche (con continue sperimentazioni) per capire e poi divulgare la bellezza che il Tiepolo mi trasmetteva.

Da allora, e per circa 40 anni, il Tiepolo è stata la mia dolce ossessione.”