Hai dei Maestri di riferimento a cui guardi, a cui ti senti affine?
Sia la natura come anche le persone mi affascinano.
Adoro vagabondare per musei o gallerie. Molto spesso, ma non sempre, trovo qualcosa che mi commuove. Sono un osservatore.

“Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora”, recita sotto forma di targa l’installazione permanente di Alberto Garutti in Piazza della Costituzione a Bologna.
Sono convinta che un pensiero simile debba essere balenato anche nella mente dell’uomo voltato di spalle ritratto nell’opera pittorica romantica di Caspar David Friedrich, il famoso “Viandante sul mare di nebbia (Der Wanderer über dem Nebelmeer)”, mentre osserva un paesaggio immerso in una coltre fitta di nubi che mi ha ricordato alcuni dei tuoi impressionanti scatti delle Dolomiti.
Nelle tue fotografie non troviamo però traccia della Sehnsucht romantica, ovvero la struggente ricerca dell’irraggiungibile, bensì le montagne diventano entità che non incombono sullo spettatore ma ne sono alla pari, muovendo non sentimenti di timore reverenziale ma innescando la voglia di dialogare rispettosamente e guardare con curiosità.
Vedo inoltre in te la splendida abitudine, molto vicina al sentire della fotografia ritrattistica, di osservare finemente ciò che hai di fronte, esaltandone le peculiarità: per questo non trovo così azzardato tracciare dei parallelismi tra il tuo scatto delle Torri Vajolet e il Marcel Duchamp ritratto in un angolo da Irving Penn.
Oppure, sempre di quest’ultimo, il ritratto della mano di Miles Davis che emerge dallo sfondo attraverso un sapiente utilizzo della luce che ne sottolinea il movimento oltre alle infinite grinze dell’epidermide e gli scatti aerei delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dove strade e filari seguono sinuosamente le onde del paesaggio, segnandolo con grazia.
Vorrei chiederti, tornando al pensiero di apertura della domanda, se trovi che i passi percorsi prima di scattare siano ogni volta unici, se hanno una parte nel processo di creazione e se influiscono in qualche modo nella resa finale dell’immagine.
Buona domanda, penso si tratti dal punto di vista. Da un lato può sembrare molto simile quasi routine, dall’altro: mai.
Tutto è sempre nuovo ed unico, per cui, si, certamente influiscono.
Progetti futuri?
Sto preparando il materiale per una mostra che tratta di montagna e mare, per il museo nazionale bavarese di Monaco.
Circa la fotografia i progetti sono diversi. Il più imminente al momento: i ghiacciai.

Biografia
Georg Tappeiner
Fotografo
Georg Tappeiner
Georg Tappeiner nel 1985 all’età di 21 anni si è trasferito a Londra, Gran Bretagna, dove ha fatto la sua strada da assistente a fotografo. Ha sviluppato la sua specializzazione nella fotografia commerciali di automobili.
Dopo 10 anni a Londra, si è trasferito a Milano, Italia, e ha lavorato per molte delle principali agenzie di pubblicità in Europa dal 1995 al 2010. L’attenzione era ancora sulla fotografia pubblicitaria nell’industria automobilistica.
Allo stesso tempo in compenso ha iniziato con la fotografia di paesaggio e, dal 2006, la fotografia aerea. Il focus era sulle Dolomiti, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2009.
Nel 2010 Georg Tappeiner ha preso consapevolmente la decisione di concentrarsi completamente sulla fotografia di paesaggio. Nel febbraio 2010 National Geografic Germania ha pubblicato una storia di copertina con le sue fotografie delle Dolomiti, che è stata riprodotta da numerose altre redazioni di National Geografic in Europa e fuori in forma intera o ridotta.
La prestigiosa nomina del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco delle Dolomiti come uno dei paesaggi naturali più belli del mondo è stata la ragione per National Geographic Germania in collaborazione con Georg Tappeiner per dare vita alla mostra fotografica “Dolomiti – il cuore di pietra del mondo” e portarla nel mondo. Nel 2020 festeggia il suo decimo anniversario e conta numerose mostre in Europa e Canada.
Georg Tappeiner ha lavorato per varie riviste come Geo Saison, National Geographic e Conde Nast Traveller. Ha anche pubblicato varie pubblicazioni come calendari e libri, tra cui diverse con Reinhold Messner e per i suoi Messner Mountain Museums.
Le fotografie di paesaggio di Georg Tappeiner sono state esposte in numerose mostre in tutto il mondo. Come curatore, ha già organizzato mostre per il Ministero dell’Ambiente italiano e le Nazioni Unite.



