Che tipologia di stampa predilige?

Se ascoltassi il mio cuore ti direi che preferisco le stampe ai sali d’argento, 

ma il senso pratico imposto dalla professione mi porta a sperimentale su materiali nuovi e a stampare servendomi delle nuove tecnologie che di volta in volta ritengo più adatte alla specificità dei soggetti.

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale? Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo le viene ispirato dalle tecniche, dalle lavorazioni particolari che l’ hanno colpita?

Generalmente viene prima l’idea. Ma le idee derivano da ciò che conosciamo e sapere di avere a disposizione materiali e tecnologie innovativi rende più fertili le nostre idee. Oggi con le nuove attrezzature e la grande varietà di supporti disponibili l’immaginare può volare più in alto.

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Io vengo dal reportage, i miei maestri sono i fotografi della Magnum: Bresson, Koudelka, Erwitt, Barbey…, ma insegnare per molti anni in una Accademia di Belle Arti mi ha orientato verso la parte artistica della fotografia.

Con il tempo, partendo dalla fotografia documentaria mi sono sempre più orientato verso la fotografia artistica, cercando in particolare di ovviare alle parole di Walter Benjamin circa l’opera d’arte e la sua riproducibilità. Cerco quindi di creare delle singolarità fotografiche, spesso utilizzando particolari che appartengono alla scena fotografata.

 

Ho visto personalmente i suoi “Fari delle meraviglie” uscire dalla bocca della grande stampante Rho nei laboratori di Newlab.

I collage di Georges Braque, Kurt Schwitters e la recentemente (e fortunatamente) riscoperta artista dadaista Hannah Höch sono rimbalzati nella mia testa, di certo a causa di quei grandi numeri rossi e delle sigle nautiche presenti sulle vele, i supporti di stampa da lei scelti per le sue fotografie.

Queste immagini di fari che si stagliano tra cielo e mare interagiscono con l’inconsueto materiale, esaltandone le tracce di usura, le pieghe e le pesanti cuciture, le quali, viceversa, creano spesso delle direttrici per lo sguardo, indirizzato giocoforza verso delle particolari zone dell’immagine fotografica.  

Metaforicamente, inoltre, è come se avesse unito, tramite la stampa, questi elementi, fari e vele, che non sono destinati alla vicinanza, ma soltanto al guardarsi da lontano, permettendogli di portarsi addosso ognuno i segni dell’altro.

Posso chiederle di parlarci più approfonditamente della sua poetica, cosa le cattura lo sguardo e l’interesse portandola quindi a voler elaborare una specifica intuizione?

Si, la stampante Rho è stata risolutiva per portare a termine il progetto Fari delle Meraviglie (con il prezioso contributo e la grande pazienza di Simone). Per quel lavoro pensai di stampare le fotografie dei Fari italiani, che avevo realizzato in Kodachrome per l’omonimo libro edito da Ugo Mursia nel 1985, sui ritagli delle vecchie vele che armavano le barche quando realizzai il reportage negli anni ‘80.

Era importante che fossero vele vecchie, ormai in disuso, le stesse che erano state illuminate da quei fari che ora si rivelavano, anche in senso metaforico, sulla loro superficie. Il problema tecnico da superare erano i rilievi delle cuciture e le borchie, ma la Rho ha risolto brillantemente la questione.

Sicuramente il collage è una tecnica che mi ispira molto, e i lavori di Georges Braque e Kurt Schwitters così come quelli di Robert Rauschenberg sono riferimenti pertinenti e di grande ispirazione. Includere materia viva nell’opera ha un significato profondo; ci permettere contemporaneamente di cogliere l’intuizione dell’artista e di toccare quasi con mano i suoi pensieri.

Per quanto riguarda il lavoro di Hannah Höch trovo che il Dada sia stato un movimento di rottura con gli schemi tradizionali dell’arte classica, quasi una non arte. In questa direzione va la decontestualizzazione che i dadaisti compiono a partire da Marcel Duchamp nei confronti dell’opera la cui fascinazione non deriva più solo solo dal soggetto artistico ma dalla relazione che si crea tra l’oggetto, il luogo e i materiali che interagiscono con l’oggetto stesso.

Stampare fotografie su vecchie vele va in questa direzione e in questa edizione esse sono decontestualizzate e diventano parte integrante dell’opera.

 

Progetti futuri?

Ho da poco completato un nuovo corpo di opere fotografiche stampate con la Rho. Anche in questo lavoro c’è il Dada perché ho utilizzando come supporto il materiale cementizio proveniente da muri di varie città del mondo….

Ho la disponibilità di una galleria ma a causa del Covid-19 per il momento si è fermato tutto. Proseguirò con l’insegnamento in Accademia per continuare ad imparare e tenere allenati i neuroni, quelli degli studenti e i miei. 

 

 

Biografia

Walter Pescara

Fotografo/Artista

Saatchi & Saatchi

archiviopescara@libero.it

Mob. 337 420911

Walter Pescara

Nato a Milano il 3 Gennaio 1952. Dopo il diploma in chimica studia all’Alma Mater di Bologna nel dipartimento Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Nel 1976 apre il suo studio fotografico e collabora in qualità di fotoreporter per riviste nazionali e internazionali. Dal 2000 al 2004 è stato docente di fotografia all’Accademia di Belle arti NABA (poi Santa Giulia). Dal 2005 insegna Fotografia di Reportage e Fotografia delle Arti Performative all’Accademia di Belle Arti LABA di Brescia. Ha pubblicato 7 libri fotografici tra i quali IL LIBRO DEI FARI ITALIANI del 1985, edito da Ugo Mursia per le Strenne del mare dal quale sono tratte le fotografie della mostra FARI DELLE MERAVIGLIE. Ha ottenuto la menzione d’onore al concorso internazionale WORLD WATER CONTEST 2017.

MOSTRE PERSONALI

1996   FOTOMATERICHE – Wiener Platz Space, Monaco di Baviera, Germania

2000   LA STRADA Installazione fotografica tematica sulle strade del mondo, dislocata su 400 mq. di pareti del quartiere del Carmine, Brescia

2003   PASSAGGIO IN CAMBOGIA Accademia di Belle Arti NABA (ora Accademia Santa Giulia) 

2004   DA HOWL A FLUXUS, Palazzo Bonoris, Brescia

2005   OLTRE IL BEAT Biblioteca del Museo MART, Rovereto

2016   IL VARCO DI SETTEMBRE Installazione fotografica permanente nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti  Cignaroli di Verona 

2017   A LIFE: LAWRENCE FERLINGHETTI RIBELLIONE POESIA Museo di Santa Giulia, Brescia

2017   AROUND THE BEAT Bunker di via Odorici, Brescia

2018   FARI DELLE MERAVIGLIE Fanale di Punta Lingua, Salina, Isole Eolie

2018   FARI DELLE MERAVIGLIE Residenza privata dell’Arch. Daniel Libeskind, Milano Citylife

2018   LAWRENCE D’ITALIA, Lawrence Ferlinghetti, Fluxus Poetry in Italy, Istituto Italiano di Cultura, San Francisco USA

MOSTRE COLLETTIVE

2002   LA STRADA Prima Biennale Internazionale di fotografia, Brescia

2004   PIAZZA DI LUCE Seconda Biennale Internazionale di fotografia, Brescia

REPORTAGE 

1980    UN TERRITORIO LIMITE Laddak/India – ABITARE Ed. Segesta Milano

1981    STORIE DI FARI Reportage sui fari italiani – ABITARE Ed. Segesta Milano

1982 FARI DELLE MERAVIGLIE – OTTAGONO Ed. Copina Milano

2000    COSTA RICA DA UN OCEANO ALL’ALTRO – PANORAMA Ed. Mondadori Milano

2000    SAN FRANCISCO RITORNO A NORTH BEACH – PANORAMA Ed. Mondadori Milano

2001 CORSI D’ACQUA – SPORT WEEK, RCS Editori Spa. Milano

2002 CAMPIONI NEL BUIO – SPORT WEEK, RCS Editori Spa. Milano

2003 AVANTI A TUTTA FORZA – SPORT WEEK, RCS Editori Spa. Milano

LIBRI PUBBLICATI

1985 IL LIBRO DEI FARI ITALIANI Ugo Mursia Editore – Le Strenne del Mare, Milano

2004 LOGGIA DI LUCE Edizioni SHIN Brescia

2005 LIQUIDO VITALE Gruppo Editoriale DELFO Brescia

2005 FERLINGHETTI ITALIAN TOUR 2005 – NICOLODI Editore, Rovereto

2007   FERNANDA PIVANO E LA BEAT GENERATION Biblioteca Civica di Verona

2008 ALL THAT’S LEFT Cover Ed. CITYLIGHTS Foundation, Library of Congress, San Francisco

2012 CUT-UP Fotografici Corti di reportage Edizioni U-TURN, Brescia

2015 CARMINE VOICES Edizioni Volo Press, Nish/Serbia

Info: archiviopescara@libero.it

Tel. 337 420911