Che tipologia di stampa predilige?

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale?

Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo le viene ispirato da delle tecniche, delle lavorazioni particolari che l’hanno colpita?

Il progetto fotografico/artistico  si sviluppa intorno ad una ispirazione  creativa che può notevolmente cambiare rispetto all’idea iniziale  con l’utilizzo dei nuovi materiali e delle tecnologie di stampa sempre più avanzate. 

Cosi un’ immagine  visualizzata e pensata su carta, per me rigorosamente opaca e fine art,

può modificarsi e diventare trasparente, lucida, brillante e con l’aiuto e le proposte delle persone che lavorano all’interno del laboratorio, che  ben conoscono i materiali e la loro restituzione, possono trasformarsi in opere finite inimmaginabili.

 

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Sono una fotografa non più giovane, cosi nel tempo le maestre ed i maestri sono cambiati spesso insieme a me . Quel che posso affermare è che all’inizio del mio percorso professionale  Elisabetta Catalano era una fotografa alla quale  volevo  assomigliare,  Letizia Battaglia e Carla Cerati sono state stimolo per il reportage, Annie Leibovitz per la ritrattistica, Francesca Woodmann per la sua intensa  sensibilità, Rinko Kawauchi è oggi la fotografa contemporanea che mi affascina maggiormente. 

Per i maestri Peter Lindbergh, che ci ha lasciati da poco, per il grande rispetto verso le donne che traspare dalle sue immagini rigorosamente in bianco e nero, Sebastiao Salgado Josef Koudelka  solo per citarne alcuni ,per la composizione e il taglio fotografico,  Eugenio Recuenco per il suo mondo immaginario e tra i giovani JR, un artista francese che utilizza il collage fotografico nel grande formato  

 

​Scorrendo il suo Portfolio ho subito capito di trovarmi davanti a un corpus di lavori difficilmente etichettabile attraverso l’utilizzo di aggettivi o definizioni che di certo impedirebbero una visione completa e generale della sua poetica.

Noto infatti una sincera propensione a trattare tematiche sociali aventi come protagoniste quelle categorie di persone “relegate” altrove dalla società.

Nelle fotografie tratte dalla mostra “Laboratorio Alzheimer” intravedo la sensibilità di un Gericault quando ha dipinto “Gli Alienati” nel 1820-22, mentre nella serie “Le vite degli altri” ho davanti degli scatti documentaristici  in luoghi remoti e perduti, teatri di conflitti mondiali recenti.

Si passa poi con un balzo nelle cave di Botticino con “Cave Canem Cracking Art”, una installazione in stile Land Art ma con un approccio performativo che conferisce alla fotografia il compito di essere testimonianza dell’opera, superando il concetto di Hic et Nunc.

Come descriverebbe questo vasto ventaglio di approcci che lei ha nei confronti dell’Arte e della Fotografia?

Quando mi si chiede di parlare di me e della fotografia rispondo sempre che “ faccio fotografia per vivere e per sopravvivere”

Per  “Sopravvivere “ faccio ciò che mi viene richiesto, propongo al cliente le mie interpretazioni, il mio sguardo alla situazione o all’oggetto  che mi viene sottoposto, ma commercialmente penso al cliente e all’utilizzo finale dell’immagine. Divento esecutrice al meglio delle mie competenze come fotografa professionista. 

Per “ Vivere” e per tenere stretta la passione che mi lega  a tutt’oggi alla fotografia, anche se molto è cambiato dagli anni ‘ 80 quando ho iniziato, è la possibilità di poter esprimere il mio sentire e le mie emozioni in totale libertà. 

La fotografia è per me un salvagente, una boa, un porto dove tornare o restare, uno strumento musicale che mi impedisce di sentirmi sola, anzi mi fa compagnia, mi stimola continuamente e non mi stanca ma mi aiuta.  

Osservo la vita nei suoi molteplici aspetti, sono attratta dalla vita degli altri e sono vicina alla vita delle donne ovunque sia e in ogni modo possibile, amo  le  atmosfere e la luce che cambia i contorni delle cose, mi soffermo su piccoli dettagli e creo mondi immaginari  e astratti e archivio progetti e immagini che per ora sono raccolti in hard disk e invisibili. 

Guardando il documentario su Vivian Maier, alla scoperta del suo baule stracolmo di rullini mai sviluppati ho sentito di non esser sola, scatto per me, ma non credo sia un gesto di egoismo, credo sia un gesto intimo. 

 

Progetti futuri?

Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno intenso di lavoro e di  Mostre e installazioni, non so bene come si trasformerà, l’idea delle Mostre online non rientra, per ora, nelle mie corde e mi sembra superato  e inutile tutto ciò che è stato scattato prima del blocco.

 Durante i giorni di chiusura obbligatoria dal 6 marzo al 4 maggio ho fotografato tutti i giorni per  un progetto in cui credo, ma  che per ora è una sorpresa.  Chissa!.

 

 

Biografia

Tiziana Arici

Fotografo

https://www.tizianarici.com/

@tizianarici_photographer

info@tizianarici.com

 

TIZIANA ARICI è nata a Brescia nel 1956.
Si avvicina alla fotografia a 17 anni, quando innamorandosi della camera oscura inizia a fare le sue prime fotografie in bianco e nero.
Frequenta corsi tecnico pratici, apre il suo primo studio fotografico a Brescia nel 1984 e inizia la collaborazione con aziende ed agenzie pubblicitarie.
Dal 1986 collabora con Aziende, agenzie pubblicitarie e Case editrici. Realizza immagini sia di documentazione che per campagne pubblicitarie, misurandosi in diversi campi: interior, giardini, food still life e reportage.
I suoi servizi fotografici sono stati pubblicati in numerose riviste nazionali, in libri di cultura, architettura mostre ed eventi.
Da anni è attenta alle tematiche sociali che riguardano la vita delle donne, collabora con associazioni e comunità, ha tenuto corsi di fotografia all’interno del carcere di Verziano e per l’Udi ha immortalato l’arrivo dell’Anfora della Staffetta Nazionale Stop femminicidio.
Realizza nel 2007 l’immagine corale “Non è sempre tutto rosa” anticipando di un decennio l’utilizzo del colore rosa come simbolo di protesta femminile.
Conduce approfondimenti e dibattiti sulla tematica dell’utilizzo del corpo femminile nella pubblicità e sull’educazione allo sguardo.
Ha ceduto immagini per copertine di numerosi libri sul pensiero femminile e sulla cooperazione internazionale.