Che tipologia di stampa predilige?

Fine Art, a seconda del tipo di immagine, comunque Baryta Hahnemühle. 

 

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale? Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo le viene ispirato dalle tecniche, dalle lavorazioni particolari che l’ hanno colpita?

Da tempo una bella fotografia la fa la macchina fotografica, progettata per non fare errori.                                                                                                                         Per quanto mi riguarda la macchina fotografica è lo strumento per realizzare Immagini. L’Immagine, a differenza della foto comune, richiede una ricerca individuale e la scelta dell’argomento ne determinerà il percorso. Per me la Fotografia non può che essere su carta, medium principe per eccellenza.

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Ovidio, Kafka e Goethe parlando di metamorfosi, tema a me molto caro sul quale ho lavorato negli anni.

Platone con il suo mito della Caverna. Kessel (LIFE) dal punto di vista tecnico e Schedoni, molto bravo nei ritratti.

Poi Herbert List , Weston, Null…Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa.

Sono rimasta particolarmente colpita dai suoi “Ritratti Contemporanei”.

In questa serie di opere i soggetti si sdoppiano, riportandomi alla memoria il lavoro del famoso artista concettuale Giulio Paolini, nello specifico dei suoi lavori scultoreo/installativi, essenziali e puri nelle forme, come ad esempio “Mimesi” (1975) e “Doppia Verità” (1995).

In “Ritratti Contemporanei” sono però presenti anche dei riferimenti al contesto di appartenenza dei soggetti ritratti, i quali influenzano l’andamento delle linee direttrici sovrastanti le figure, in una sorta di ricerca armonica dei pesi formali, un’analisi grafica che descrive e sottolinea le misteriose regole dell’occhio dell’artista che costruisce un’immagine.

Potrebbe raccontarmi di più riguardo questo meccanismo di selezione, di “decostruzione integrativa” quasi Vitruviana e se l’andamento di queste linee viene influenzato unicamente dalla composizione della fotografia o anche dall’identità del soggetto ritratto?

Sono da sempre affascinato dal concetto di Tempo, dal suo scorrere e mutare incessante, dagli attimi che delimitano senza separare il “prima” e il “dopo”.

Anche in questa serie di lavori, Ritratti Contemporanei, ho utilizzato il “fattore tempo” quale legante tra le due porzioni del volto che costituiscono la struttura compositiva dell’opera. Il primissimo piano del soggetto viene tagliato in due parti e ricombinato in modo da riproporne idealmente l’integrità e l’espediente che ho utilizzato per riunirle è proprio quello temporale, variabile di anni o anche solo di pochi giorni.

Ovviamente l’identità del soggetto ritratto ha una rilevanza centrale che mi porta ad elaborare l’immagine attraverso degli inserimenti, degli indizi, in grado di rivelare certi aspetti della sua storia o del suo carattere, pilastri della vita interiore del soggetto.                                                                                                                               Va da sé quindi che la composizione fotografica si arricchisca di dettagli atti a rappresentare due momenti differenti della vita del soggetto e che le mie “quadrature del foglio”, i segni grafico-geometrici, fungano da collegamento visivo di corrispondenze e relazioni all’interno di una composizione fotografica che si nutre tutta di questi delicati e necessari equilibri visivi.

 

 

 

Progetti futuri?

In futuro ho intenzione di sviscerare macro tematiche di interesse ambientale e di “portare alla luce” il mio progetto artistico “Prima del buio”, legato a Giorgione e alla sua Tempesta, interrelazionandomi con le ragioni che hanno portato l’Artista a scegliere di costruire l’opera in quel determinato formato.


Biografia

Pino Colla

Artista-Fotografo

www.pinocolla.it

Pino Colla nel 1955 inizia la sua formazione professionale alla Fototecnica Publifoto di Vincenzo Carrese, è assistente di fotografi esperti nella ripresa a grande formato.

1961: Roma, apprende la tecnica cinematografica affiancando qualificati direttori di fotografia.

1963: Milano, collabora con la Gamma Film, assistente di vari Direttori della fotografia.

1967: Direttore della fotografia per il film a lungo metraggio, “SPAZIO TEMPO ZERO” presentato al festival di Venezia nel 1969 per la Regia di Roberto Gavioli.

1969 al 1999: Free-lance collabora con case di produzione internazionali, TV italiane ed estere. Realizza riprese documentaristiche e pubblicitarie. Viaggia in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, Cina, Sud-Est Asiatico.

1970: Galleria Il Diaframma di Milano, personale fotografica “RITSOS: IMMAGINI E POESIA”, a cura di Lanfranco Colombo.

1973: Centro Pompidou di Parigi, filmato di ricerca del linguaggio per immagini e musica “PARIS VISION” per la regia di Renato Job.

1975: Una sua immagine è al Museo D’arte Moderna Carrara di Bergamo donata da Lanfranco Colombo.

1999: Cessa l’attività di Direttore della fotografia e fotografo su commissione per dedicarsi esclusivamente alla fotografia di ricerca.

2009: Galleria Cardano di Pavia la personale “IMMAGINI D’OMBRE”, ricerca fotografica sul Mito Arcaico Greco.

2010: Concorsi fotografici Internazionali

2011: MIA Fair Milano. “MITO E SEMIDEI”

2012: MIA Fair Milano.
Como Serre Ratti la personale “SEGRETI SILENZI”.

2013: Museo Civico Sala Crocera della Citta di Treviglio, personale antologica “1967-2012 DEL SOGNO E DELLA NOTTE” a cura di Riccardo Riganti.

2014: MIA Fair Milano.
Galleria ZeroGalley “METAMORFOSI VEGETALI”.

2014 -2015: E’ recensito su riviste specialistiche del settore da Alessandro Trabucco per la nuova ricerca “RITRATTI CONTEMPORANEI”.

2016: MIA Fair Milano.
Galleria Riccardo Costantini Ritratti Contemporanei