Che tipologia di stampa predilige?

Recentemente ho fatto stampare su Lux-Art alcuni dei miei scatti di fotografia naturalistica, anche se tendenzialmente stampo su carta fotografica che, di certo, deve essere opaca.

 

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale?

Da fotografo mi compete l’idea e la progettazione dello scatto a cui seguono lievi interventi di post produzione, facendo sempre in modo che l’immagine finale non si discosti troppo dalla situazione vissuta sul campo; per il resto mi affido da molti anni alla professionalità e ai consigli di Newlab. 

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Sicuramente si; per “miei” maestri intendo fotografi non professionisti che stimo certo per le ottime fotografie, ma soprattutto per la loro perseveranza e dedizione nell’ottenere risultati di tutto rispetto con le proprie forze, senza ricorrere a viaggi organizzati o a capanni a pagamento.

 

I suoi bellissimi scatti sono un omaggio alla Natura incontaminata, alla flora e alla fauna di luoghi magici e silenziosi.

John Berger scriveva, rammaricato, circa il rapporto moderno Uomo-Animale, nella sua opera “Sul guardare” (ed.Mondadori):

“…L’ideologia sottesa è chiara, ad essere osservati sono sempre gli animali. Il fatto che essi possano osservare noi ha perso ogni importanza. Gli animali sono l’oggetto del nostro sapere in costante ampliamento. Ciò che scopriamo di loro è un indice del nostro potere, e dunque un indice ci ciò che ci separa da loro. Più li conosciamo, più sono distanti”.

Nelle sue fotografie si vede chiaro il grande rispetto e amore verso l’animale fotografato, un omaggio reverenziale più vicino all’antica visione dell’animale come intermediario fra l’uomo e le sue origini, perché simile a lui ma al contempo diverso.

Vorrebbe raccontarci di questa sua interazione con la Natura, di cosa le regala l’esperienza dell’incontro con i soggetti dei suoi scatti?

Mi ritengo molto fortunato a vivere questa passione, a poter godere di tanta bellezza, spesso trascurata dalle manie di grandezza e dall’arroganza della nostra specie.

Col passare degli anni mi sono reso conto che questa ricerca di interazione con la Natura è diventata una vera e propria esigenza.

Dopo una settimana lavorativa sento il bisogno di silenzio, di pace interiore, di isolarmi “nel mio piccolo angolo di mondo”.

Dal punto di vista emotivo credo che la magia dell’incontro stia nel fatto che, per pochi istanti, siamo semplicemente esseri viventi; io però sono l’ospite poco gradito, e naturalmente vengo percepito come un pericolo…. e l’incantesimo si spezza dopo pochi secondi.

Ogni animale ha un comportamento differente e col tempo e l’esperienza si impara a capirne e rispettarne le peculiarità.

Ad esempio per la Lepre variabile o Lepre bianca, che considero un fantasma, pochi centimetri di neve fresca risultano determinanti  perché possono tradirne il passaggio.

Nonostante ciò, segui le tracce che si intersecano fra loro, “sbinocoli” ore e giorni senza scovarla.

Ogni tanto la fortuna ti è alleata e l’incontro sperato ti appaga dei sacrifici fatti, anche se ad oggi, purtroppo, non sono ancora riuscito a riprenderla in abito estivo.

Dal punto di vista pratico l’incontro con i soggetti che fotografo è sempre voluto ma allo stesso tempo spesso fortuito.

Indubbiamente c’è tanta emozione ogni volta, ma è proprio quando le aspettative hanno la possibilità di concretizzarsi che bisogna mettere un po’ da parte le emozioni, ragionare meccanicamente e scattare.

In molte circostanze le condizioni di scatto sono precarie, le occasioni poche e la differenza fra una buona immagine e uno scatto sbagliato è solo una questione di contatto tra  coincidenze che durano poche frazioni di secondo.

 

Progetti futuri?

Sul breve periodo migliorare i risultati con la tecnica del fototrappolaggio (reflex con 2/3 flash e sensore di movimento wireless) al fine di immortalare i selvatici non in mia presenza, con obiettivi grandangolari e media focale.

Sul lungo periodo la speranza è di fare qualche viaggio Wild nel grande Nord, ma per ora più che progetti mi pare più appropriato chiamarli sogni.

E poi chissà, fra tanti anni (mi auguro), quando gambe e fiato mi costringeranno a casa mi piacerebbe “chiudere il cerchio” con un piccolo libro autobiografico.

 

Biografia

Ivan Saleri

Fotografo Wild Life

500px.com/p/Ivan-Saleri

@ivan_saleri

saleriivan@gmail.com

Ivan Saleri

Ivan Saleri, classe 1977, nato, cresciuto e residente in Val Trompia, provincia di Brescia.

Nelle nostre valli e in famiglia fin da piccolo ho respirato la passione della caccia, il contatto con la natura, il richiamo e l’amore per la montagna.

Affascinato dal mondo animale mi sono avvicinato alla fotografia naturalistica da autodidatta e quasi casualmente, ragionando da cacciatore ma con l’intento di portare a valle ricordi e non capi abbattuti.

Prediligo la fauna selvatica alpina, la conoscenza del territorio, lunghe escursioni intervallate ad appostamenti mirati, anche a costo di non ottenere in breve tempo i risultati sperati.

Questo, forse, perché considero la soddisfazione personale e l’ impegno come direttamente proporzionali per arrivare all’obbiettivo prefissato.