Che tipologia di stampa predilige?

Per la mia tipologia di lavoro direi senz’altro la Luxart.

 

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale? Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo le viene ispirato dalle tecniche, dalle lavorazioni particolari che l’ hanno colpita?

Assolutamente prima l’idea.

La tipologia di stampa, i supporti, sono scelti a posteriori, magari dopo una fruttuosa chiacchierata e uno scambio di opinioni con il team tecnico di Newlab, che sempre sa dare buoni consigli.

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Sono un autodidatta, poliedrico per di più.

Scolpisco, dipingo, fotografo e costruisco coltelli.

Mi lascio guidare dall’istinto e mi definisco un “creatore di immagini” più che Artista o Fotografo, quindi le connessioni al lavoro creativo di altri, se c’è, non è volontario o ponderato.

Anche solo con una veloce scorsa alla sua produzione fotografica si capisce di avere davanti un fotografo viaggiatore.

Volti, maternità, alberi e distese di lavanda si prendono la libertà di catturare lo sguardo dell’osservatore.

Un’attenta propensione al Colore, che sembra essere protagonista dei suoi scatti, al pari dei soggetti immortalati.

Eliot Elisofon, storico fotografo di LIFE aveva anche lui questa poliedrico interesse, verso le persone incontrate nei suoi viaggi e verso la scelta di tonalità cromatiche uniche, tanto da essere coinvolto per questo suo talento come consulente nel famoso film Bell, book and candle (1958)

Volevo chiederle l’origine, la genesi di questa sua personale palette di colori, così ricorrente nel suo archivio fotografico.

Nel mio lavoro è fondamentale la luce, è la genesi di tutte le mie immagini, di qualsiasi tipologia esse siano.

Anche nei ritratti, in cui ci si aspetterebbe una sorta di gerarchia tra Soggetto e Lugo dello scatto, è quest’ultimo a guidare le mie scelte artistiche, perché direttamente interconnesso con la luce e le ombre che genera e quindi anche l’effetto che questi fattori hanno sui colori (o sul bianco e nero, stile con cui ultimamente lavoro con estrema soddisfazione).

Solo dopo questa fase riesco a capire chi fotografarci dentro, quale volto troverà casa in quel determinato spazio.

 

Progetti futuri?

Parte integrante del mio lavoro, della mia poetica è il Viaggio e purtroppo in questo momento mi è impossibile, a causa della corrente Pandemia.

Ho già “macinato” praticamente tutto il continente africano e parte di quello sud-americano negli ultimi 45 anni.

Ad oggi mi sto dedicando con soddisfazione alla macro-fotografia, in futuro si vedrà.

 

Biografia

Gianni Barili

Fotografo-Artista

http://www.giannibarili.it

@giannibarili

 

Giba: quattro lettere, una parola e, per alcuni, poco significato.
Giba è un artista.
In tutti i sensi. Perché lo è di professione e, soprattutto, per disposizione. Nel suo curriculum c’è, infatti, una lunga carriera di fotografo che lo ha spinto a documentarsi con partecipazione usi e costumi delle genti d’Africa.
L’aspetto documentaristico, dipanatosi attraverso la collaborazione con note agenze giornalistiche milanesi (Olimpia e FarabolaPhoto), non è mai stato determinato da letture, spesso troppo fredde, di obiettivi maneggiati con tecnica ottima ma senza anima.
Al contrario, la fotografia è stata per Giba il primo mezzo di espressione della sua partecipazione alla quotidianità africana e significativo strumento di comunicazione della sua esperienza. Oggi si potrebbe dire che i suoi primi reportage furono già strumenti di comunicazione interculturale.
Tanto è vero che il fotografo cresce con i suoi numerosi viaggi: la sua espressività diventa pittura, diventa scultura, diventa materia artistica della più variegata, diventa tecnologia computerizzata per la rielaborazione delle immagini. Si tratta di una ricerca continua lungo le piste del deserto e le strade dell’arte.
Artista e viaggiatore, d’altra parte, hanno in comune la curiosità e l’inquietudine che spinge sempre oltre l’orizzonte, che pone sempre la domanda di che cosa c’è dopo quell’ostacolo che preclude lo sguardo e l’immaginazione.
Per questo il viaggio occupa un posto prioritario nella vita di Giba che ha ficcato il naso in tutto il Continente ed è sempre tornato – già questo per i luoghi delle sue peregrinazioni è un successo! – con conoscenze e sensibilità che si sono tradotte in nuove opere: immagini interpretate.
Le opere di Giba sono presenti in diverse collezioni private italiane: (Brescia, Cremona, Pavia, Bergamo, Lecco, Como, Varese, Milano, Firenze, Roma, Siracusa).
Presente all’Estero: (Parigi, Madrid, Barcellona, Bruxelles, Amsterdam, Londra, Toronto, New York).