Che tipologia di stampa predilige?

Dipende dall’opera. Essendo generalmente installazioni fotografiche in grande formato, decide il contesto, il tipo di installazione auspicabile e possibile. I materiali cambiano in base alle esigenze specifiche di ogni lavoro. È una sfida costante tra il possibile e le leggi della fisica.

 

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale? Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo ti viene ispirato da delle tecniche, delle lavorazioni particolari che ti hanno colpito?

La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Le nuove tecnologie di stampa e lavorazione influiscono sulle possibilità di ogni progetto. È anche vero però che é il progetto che richiede la ricerca di nuove e inedite tecniche e materiali e possibilità di realizzazione in base alle diverse esigenze. Il digitale mi ha dato un enorme impulso e aperto inedite strade che fino a pochi anni fa esistevano solo nei miei sogni. Oggi ho la fortuna di sognare a occhi aperti e realizzare progetti vicino all’impossibile.

 

 

Ha dei Maestri di riferimento a cui guarda, a cui si sente affine?

Penso a Gordon Matta Clark, quando buca, taglia o modifica un edificio e “crea” inediti approcci e punti di vista. Le sue azioni riguardanti l’inevitabile temporalità dell’architettura e il sovvertimento dei suoi principi basilari rispecchia puntualmente quello che tento di fare nella mia ricerca fotografica. 

Penso alla scuola tedesca di Düsseldorf, da dove sono usciti fotografi come Andreas Gursky, Thomas Ruff, Candida Höfer, Thomas Struth, tutti, credo, alunni die mitici coniugi Bernd e Hilla Becher. Sono loro che hanno “aperto” la fotografia alle nuove tecnologie di lavorazione e hanno sdoganato l’idea di imperscrutabilità del reale.

Inoltre ho studiato pittura e non riesco proprio a prescindere dalla fascinazione dei grandi maestri della storia, che però imbavagliano (forse è un bene) anche un poco la mia libertà espressiva. E qui mi fermo, ‘che la lista è lunga…

 

Apprezzo molto il suo Lavoro, ne apprezzo la coerenza e l’eleganza stilistica, connubio molto raro nel panorama artistico odierno.

Mi ha colpita soprattutto l’ossessiva e costante presenza dello Spazio come protagonista assoluto della sua poetica.

Uno Spazio che ha fagocitato il concetto di Tempo, facendolo suo, masticandolo e digerendolo come il Saturno (che divora i suoi figli) di Goya.

È stato definito “un pittore che usa la macchina fotografica” e sono d’accordo; c’è tanta Storia dell’Arte nelle sue opere, posso intravedere addirittura dei rimandi agli affreschi Medievali di Giotto ad Assisi e Padova e a quelli di Masaccio e Masolino nella Cappella Brancacci (Firenze), solo per citarne alcuni.

Secondo l’usanza dell’epoca gli affreschi condensavano Spazio e Tempo nella stessa immagine, sacrificando il concetto di realismo prospettico a favore della narrazione degli eventi.

Vedo nella sua personale ricerca la narrazione dei luoghi e, eliminata volontariamente da questi la presenza umana, dei loro silenzi.

Potrebbe raccontarmi, se esiste consciamente, l’origine di questo “fare Arte” e qual è a suo avviso l’opera che più la rappresenta?

l tempo (che fagocita lo spazio) la fa da padrone, da sempre mi affascina e accompagna la mia ricerca. Quando mi perdo, è lui che mi riporta sulla via, è lui dal quale traggo ispirazione e motivazione. La sua presenza continua, a mio avviso non lineare, incancellabile, unifica qualsiasi cosa sotto la sua ala rivelatrice e distruttiva. È questo il suo moto, come la dea Kalì dell’induismo, che è intrinsecamente progenitrice e distruttrice, e non potrebbe essere diversamente. Ciò che viene creato é anche trasformato. Inscindibile dal tempo, lo spazio ne è una conseguenza.

Quindi l’uso della fotografia è strumento ideale a stanarne le sfumature, le implicazioni, le conseguenze ma anche le premesse. Non parlo del prima e del dopo, ma piuttosto del come e del perché in una utopica eterna contemporaneità degli eventi, condensati virtualmente in un assurdo quanto improbabile tentativo di fissare un presente. I miei interventi costituiscono innanzi tutto una sfida all’idea di spazio, di tempo, di realtà connaturato al concetto di fotografia, aprendo nuovi fronti di dialogo con l’esistente. Sono azioni fisiche e simboliche che riflettono il fascino delle cose legittimamente ambigue.

L‘obiettivo è comprendere che ogni elemento realistico nasconde o implica qualcosa di ambiguo, evasivo, enigmatico. Siamo chiamati a cercare ciò che non esiste, l‘alternativa possibile, l‘altra faccia del mondo. C’è anche l’esigenza di affrontare, tramite una matrice concettuale, una dilatazione ed espansione del mondo reale, così come lo conosciamo, verso una dimensione altra e di mostrare come ogni forma di conoscenza o esperienza custodisca in sé una sorta di potenziale e ipotetico repertorio immaginario.

È come se niente potesse mai essere fissato e mai veramente  “visto“.

È in questa impossibile limitazione del mondo“, scriveva Ghirri, che la fotografia trova senso“. Ecco, la fotografia è la quintessenza del silenzio rumoroso, quello che il maestro zen definisce il suono del silenzio. 

Più che l’essere umano mi interessa il suo potenziale, le tracce che produce e che inevitabilmente sono destinate a scomparire. Penso all’essere umano come un fenomeno transitorio di questo pianeta.

Per quanto riguarda quale opera allora mi può rappresentare al meglio, penso che soltanto l’insieme riesca a decodificare una complessità che io stesso faccio fatica a decifrare del tutto e che è in continuo sviluppo.

 

 

 

Progetti futuri?

Continuano i progetti con il pubblico e il privato. É in programma per il 2022 una personale e altre partecipazioni a progetti espositivi e nell’ambito dell’educazione scolastica e museale. Dietro le quinte è sempre in moto un piacevole brusio continuo.  

Ogni intervallo è un momento di raccoglimento, riflessione e ricerca con l’occhio rivolto alla progressione e all’affinamento della poetica in continua evoluzione. 

 

Biografia

Giancarlo Lamonaca

Artista

www.lamonaca.it

@giancarlolamonaca

atelier@lamonaca.it

Giancarlo Lamonaca

Nasco a Cortina d‘Ampezzo nel 1973. Studio arte e pittura all‘Accademia di Belle Arti di Bologna e HDK di

Berlino. Vivo e lavoro nel mio atelier a Varna in Alto Adige, dove curo progetti di fotografia, installazioni

 fotografiche monumentali e grafica.

 

Mostre personali

Frammenti – mosche, lattine, guerra e vette immaginarie, 2021, Kunstforum, Neumarkt Egna, Italia

Tragedia della normalità, 2018, a cura di Antonella Tricoli e Nicole Abler, Kunsthalle West nel Palais Mamming Museum, Merano, Italia

nulla accade veramente, 2014, a cura di Sabine Gamper, galleria foto-forum, Bolzano, Italia

Nubi, 2013, a cura di Luigi Meneghelli, Istituto Ladino Micurà de Rü, San Martino in Badia, Italia

Anderswo Altrove, 2012, a cura di Luigi Meneghelli, Museo Civico e città di Chiusa, Italia

it happens between horizons, 2009, a cura di Monica Dematté, galleria L’Angolo, Bolzano, Italia

point of (re)view, 2006, Chiusa di Rio Pusteria, Rio di Pusteria, Italia

Mostre collettive

Catalogo.Aperto Offener.Katalog, 2021, Centro culturale Claudio Trevi, in collaborazione con Artoteca, Bolzano, Italia

Here To Stay – we are here to stay!, 2021, performance “Stolpersein”, con Lene Morgenstern, musiche di BuTe e Francesco Tancredi, Museion, Bolzano, Italia

New Tradition. 2020, Galeria Corp D, Bastionul Theresia, Romania

Home Sweet Home, 2020, a cura di Gabriele Lorenzoni, Centro Culturale Trevi, Bolzano, Italia

Unlearning Categories, 2020, (opere in catalogo, Arbeiten Lavori in corso II), Museion, Bolzano, Italia

BINA, 2019, Belgrade International Architecture Week, New Tradition, CCB Art Gallery, Belgrado, Serbia

SMACH, 2019, menzione d’onore al concorso internazionale SMACH con il progetto Untitled (more), Italia

Aktion!, 2019, Fondazione Live, site–specific interactions, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, Italia

Catalogo.Aperto Offener.Katalog, 2019, 2° premio al concorso, Centro culturale Trevi, Bolzano, Italia

Ars Sacra, 2018, Museo Civico di Chiusa, chiesa di Santa Maria, Laion, Italia

Art Südtirol, 2017, Forte Asburgico, Fortezza, Italia

Water & Light Festival, 2017, città di Bressanone, Italia

Engel Angeli, 2016, Sparkasse, Bolzano, Italia

Garten Giardino, 2016, Hofburg, Bressanone, Italia

Extra – Artfarm XV, 2016, Verona, Italia

inEquality, 2015, a cura di Monika Sommer e Lisa Trockner, European Forum Alpbach, Austria

Art Südtirol, 2015, Forte Asburgico, Fortezza, Italia

Mirabilia, 2013, a cura di Sabine Gamper, Sparkasse Academy, Bolzano, Italia

Between Heaven and Earth, 2014, a cura di Luigi Meneghelli, La Giarina Contemporary Art, Verona, Italia

Art Südtirol 50x50x50, 2013, Forte Asburgico, Fortezza, Italia

The Body, The Space – Artfarm XI, 2012, a cura di Luigi Meneghelli, Verona, Italia

Il Monte Analogo, 2012, Frappant e.V., Amburgo, Germania

M’Illumino d’Immenso, Artfarm X, 2011, Verona, Italia

Doppiosenso, 2011, PAN Palazzo delle Arti Napoli, Napoli, Italia

Ab Ovo, 2011, Castel dell’Ovo, Napoli, Italia

Il Monte Analogo, 2010, Volt, San Lorenzo in Banale, Trento, Italia

eroism, inier, incö, doman, 2009, 1° premio ex aequo, galleria Prisma, Bolzano, Italia

Konflikte oder: die Gegenwart in der Vergangenheit, 2009, Tiroler Archiv für fotografische Kunst und Dokumentation, Tammerburg, Lienz, Austria

II Triennale Ladina, 2007, Museum Ladin Ciastel de Tor, San Martino in Badia, Italia