Che tipologia di stampa prediligi?

Prediligo la stampa Fine-Art poiché rende l’immagine più tridimensionale, più viva.

 

Prima l’idea o la fascinazione per il materiale? Ovvero, nasce prima il progetto artistico/fotografico o questo ti viene ispirato da delle tecniche, delle lavorazioni particolari che ti hanno colpita?

Il progetto fotografico nasce da una ricerca continua e dall’idea che ne scaturisce. Nei miei lavori di moda l’idea che ho in testa viene raccontata in un Moodboard, comprendente una serie di immagini di riferimento. Queste mi servono da spunto per la realizzazione del progetto finale. 

Una volta che l’opera è completa, il tipo di stampa ed il materiale utilizzato ne esaltano la presentazione.

 

 

Hai dei Maestri di riferimento a cui guardi, a cui ti senti affine?

Tra i fotografi che mi sono di grande ispirazione ci sono Mario Testino, Steven Meisel, Richard Avedon. Tuttavia, la mia curiosità e la mia sete di conoscenza mi portano a scovare ogni giorno fotografi nuovi, a documentarmi e a fare ricerca in ogni ambito, dalla fotografia al cinema, dalla pittura alla scultura, dalla moda alla natura, traendo arricchimento da ciascuno di essi.

 

Mi ha colpito il tuo progetto fotografico “Upside down”, in cui palloncini bianchi e neri fluttuano leggeri intorno al modello a cui sono ancorati. Composizione che ricorda gli scatti della serie “Death of an Image” di Andrea Galvani, in cui stuoli di palloncini gonfiabili andavano a ricreare strutture fisiche e molecolari della materia stessa di cui era costituito il paesaggio ritratto.

Moda e Arte hanno da sempre avuto una felice relazione, fatta di mutuo scambio e rispetto, rendendo quasi indissolubile questo legame.

Cosa ti ha portata a voler entrare nel mondo della fotografia di moda e quale contributo personale hai intenzione di apportarvi?

Mi sono appassionata alla fotografia visitando le mostre di Steve McCurry e Sebastiao Salgado ed acquistando i loro libri, che divoravo con avidità. Credevo che la fotografia di reportage rappresentasse il mio futuro. Poi, durante i miei studi presso un’accademia di belle arti, ho scoperto la fotografia di moda e non l’ho più abbandonata. Attraverso essa riesco ad esprimere ciò che sono e ciò che sento. 

Ritengo che il mio stile, seppur tendenzialmente classico, grazie ad idee innovative, la continua ricerca, la pulizia degli scatti, la precisione e l’attenzione che mi contraddistinguono nel lavoro, possa risultare attuale ed incontrare l’interesse di chi guarda.

 

 

Progetti futuri?

Ho diversi progetti in testa che spero di realizzare al più presto.

 

 

Biografia

Federica Motta

Fashion Photographer

@federicamottaphotography

Federica Motta Photography|FB

Federica Motta

Mi chiamo Federica Motta e sono nata a Brescia nel 1998.

Essendomi appassionata alla fotografia attraverso mostre, libri e documentari, dopo il liceo ho deciso di iscrivermi al corso di laurea triennale in “Fotografia” alla LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, dove ho appreso le tecniche di base della disciplina fotografica e di digital video, esplorandone i diversi ambiti: dal Reportage allo Still Life, dalla Fotografia Creativa alla Fotografia di Moda, dal Ritratto alla Fotografia di Architettura e Industria.

Ed è stato proprio durante gli studi in LABA che, approcciandomi alla fotografia di moda e alla sua storia, me ne sono innamorata a tal punto, da volerne fare la mia futura professione. Proprio per questa ragione ho successivamente frequentato, a Milano, un Master in fotografia di Moda alla Ferrari Fashion School, attraverso il quale ho arricchito la mia conoscenza nell’ambito della moda; sperimentando sono cresciuta sia come fotografa che come persona.

Il mio stile fotografico è improntato alla cura del dettaglio e alla pulizia fotografica; per questo motivo mi preparo con impegno e dedizione per i lavori che devo svolgere.

Vivo la fotografia come un modo di esprimere ciò che mi frulla nella testa.